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Autore: Fernando Pietropoli 09 mag, 2018
La Curatrice dott. Maria Morello intervista l’artista sul suo dipinto “Sogno all’ombra della ragione” Dott. Morello : Oggi si ritiene che chi ha le visioni sia appunto un visionario; ma nel linguaggio descrittivo, nella comunicazione verbale, l’espressione “ho avuto un sogno” è perfettamente concepibile. Si esprime in questo modo il proprio stato d’animo e la propria aspirazione, una sorta di “oh come vorrei che fosse così”, in un linguaggio figurato. Dott. Pietròpoli, si pone su questa linea il significato sotteso al titolo del dipinto? Dott. Pietròpoli : Si espresse come lei dice Martin Luther King (“I had a dream”), per manifestare appunto le sue idee, il suo programma politico. Anche la visionarietà dantesca, altro esempio, non è mai solo quella del Dante “mistico”. É, invece, un’energia che nasce nella scoperta di movimenti e rapporti nuovi entro la realtà esterna e interiore: una reinterpretazione del reale, per quella sua capacità di dar luogo alle cose nominandole. Anche per Dante viene spontaneo rinnovare la stupenda definizione dell’arte come “sogno fatto all’ombra della ragione”. E ciò sancisce l’affrancarsi della fictio dalla visio , delle figure del reale dalle metafore dell’immaginario, di un grande e stabile sistema analogico sul repertorio sfuggente dell’abbandono mistico. Dott. Morello : Credo che proprio la capacità di dialogare e di armonizzarsi col vero porti un sogno ad essere grande realtà e non una mera utopia di progresso, di culto dell’oltre, che è o può essere destinata a restare onirico specchio di un uomo che spesso non riesce a cogliere ed accettare se stesso, vittima di una pneumopatologia, malattia dell’animo, che rendendolo incapace di entrare in relazione con la realtà prima, gliene fa creare un’inesistente seconda. Le sue parole sottolineano la sua collocazione in questa dimensione creativa, la quale però, prima di estendersi sulla tela, non può che nascere dalle forme del pensiero vigile; le chiedo dunque in sintesi, nella prospettiva artistica che le è propria, come resa manifesta in questo suo straordinario dipinto, di esprimere in termini di valore i contenuti di questo speciale rapporto tra “sogno”, quale possibile fonte di ispirazione, e vera in quanto visibile realtà. Dott. Pietròpoli : In effetti non può che essere il vero con la sua datità indipendente, e a volte imponente, il punto di partenza e di approdo di una narrazione, anche di fantasia, o sognata, che si snoda sul filo della percezione e si approfondisce di riflessioni, di sensazioni, di ricordi che non possono che scorrere all’interno delle cose, come linfa vitale. Le grandi opere d’arte e i grandi progetti dell’umanità non nascono dal nulla, come apparizioni, come fragranti e oniriche visioni di un universo interiore vanamente intessuto di poesia e d’incanto, ma sgorgano come momenti di contemplazione della reltà di cieli, di terre e di acque che si incontrano e che si compenetrano, di brani di vita, lunghi attimi di eternità. Immagini che sono voli d’immenso, spazi d’infinito da riempire con i battiti del cuore.
Autore: Fernando Pietropoli 09 mag, 2018
L’artista rivolge un grato pensiero ad uno dei Maestri di Accademia. Tutti siamo fatti di una stoffa nella quale la prima piega non scompare mai più. Ne ho avuta conferma ieri sera dopo le tue parole. Sia benvenuta tra noi la tua increspatura che mette a nudo il tuo esplorare e sondare scrupoloso, le molteplicità della tua conoscenza e, una dopo l’altra, le tue gioie. L’uomo, quindi, è in grado di fare ciò che non è in grado di immaginare. In quell’infinito dei tuoi dipinti è possibile, dunque, tutto ciò che al nostro intelletto appare ineseguibile e contraddittorio. Di fronte alle tue tavole imbocco un sentiero, sono con mille altre vite che si sono abituate a me: le tue linee di luce. Il cielo sopra, che è parimenti della terra sotto, ha cessato di essere visibile, così il colore che come acqua tarda a farsi vapore. Chi incontra il tuo Immenso non desidera altro: tali distanze gli bastano. Novembre 2015
Autore: Fernando Pietropoli 09 mag, 2018
The Curator Dr. Maria Morello interviews the artist about his painting “Liberté, Égalité, Fraternité.” Dr. Morello: Each time chooses and rebuilds its own past. And it is as if new eyes, new sensitivities, settling on things would return unknown dimensions and values. So the past is full of future; minds disappear, only things remain, such as the works of art. Dr. Pietròpoli, can you tell us please what is the meaning that your painting “Liberté, Égalité, Fraternité” wants to express? I know that some time ago it was selected and displayed in London among the finalists of an international art prize. Dr. Pietròpoli : The foreground figure is proposed to represent the emblematic icon of the “King-leader” of the “Magna Europe” - where a distinction existed between civil and religious authorities - with reference to the political and spiritual leaders of our time. In particular, it seeks to nourish this contemporary perspective by placing as a centre of gravity of the individual’s personality, more than the right, the duty of men. This is fully expressed through a sense of responsibility and participation achieved - in the awareness of a role-oriented research of the Common Good - by approaching the ideal of Liberty, Equality, Fraternity, in line with to the original meaning of the motto which titles the painting. Really the idea of command, expressed in this sort of “armor” that covers the “King-leader”, seems to be meant to evoke the need of a “welding” between the exercise of political power and the guide function of a superior ethics which is able to place him in harmony with the social dimension that belongs to him.
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